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Ad Amsterdam si progettano rastrelliere per distribuire l’energia prodotta dai ciclisti

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Non esiste ancora un prototipo, ma l’idea di incamerare i watt prodotti durante la pedalata e “restituirli” al proprio quartiere per l’illuminazione pubblica e degli appartamenti potrebbe rendere Amsterdam ancora più sostenibile grazie (una volta di più) alla bicicletta. Meglio, grazie alle rastrelliere S-Park e alle ruote anteriori progettate dai designer Guillaume Roukhomovsky e Blaž Verhnjak: le prime verrebbero posizionate in ciascun quartiere, le seconde potranno essere applicate a qualsiasi bici per immagazzinare l’energia generata dal ciclista. Una rastrelliera da 30 biciclette, parcheggiate dopo aver pedalato una media di 3,5 km al giorno, potrà garantire circa un kilowattora ogni 24 ore. Risparmio ad ora contenuto (circa il 10% dei consumi di una famiglia media), ma l’apertura di un nuovo, affascinante filone di ricerca.


Per sapere se Amsterdam accoglierà o meno le rastrelliere S-Park si dovrà attendere il verdetto della Clean Energy Challenge, un concorso internazionale che nella capitale olandese punta a trovare soluzioni per impianti energetici sostenibili. Questo perché, ad esempio, i pannelli solari non possono essere installati sui tetti degli edifici storici. Così i 2 milioni di chilometri pedalati ogni giorno ad Amsterdam nascondono una “centrale” di energia diffusa e preziosa in grado di alimentare i quartieri e le abitazioni.

L’obiettivo dei suoi creatori è presentare S-Park all’amministrazione cittadina, che ha già annunciato un investimento complessivo da 90 milioni di euro su infrastrutture ciclabili entro il 2020. Obiettivo che va di pari passo con l’altro impegno assunto dalla capitale: utilizzare un quarto della propria energia da fonti green entro il 2025. D’altronde se in Olanda possono permettersi le ciclabili in plastica riciclata, non c’è da stupirsi che l’idea delle rastrelliere come piccole centrali di smistamento di watt stia già raccogliendo l’interesse degli investitori.