Home mobilità città Amsterdam città 30: la capitale bike friendly migliora ancora

Amsterdam città 30: la capitale bike friendly migliora ancora

791
amsterdam città 30

Da qualche giorno Amsterdam è diventata una città 30. Sull’80% delle strade urbane, infatti, i veicoli non possono superare i 30 km/h. La misura era stata annunciata a fine 2022 per ridurre la velocità dei mezzi su 270 chilometri di vie. “Guidando insieme un po’ più lentamente, facciamo in modo che tutti possano muoversi in sicurezza e spensieratezza nella nostra città”, si legge sulla pagina ufficiale dell’amministrazione che informa della novità. Tra le capitali europee da decenni prese a modello per le sue politiche bike friendly, a quanto pare Amsterdam aveva ancora spazio di miglioramento.

Amsterdam città 30, le fat bike

La città 30 parte anzitutto con una campagna di comunicazione e sensibilizzazione (come sta avvenendo anche a Bologna). Guidando tutti più piano – informa l’amministrazione – ci si aspetta un calo degli incidenti del 30% e una riduzione del rumore del traffico. Nel caso di investimento di pedoni, a 30 km/h la possibilità che la persona sopravviva è del 95%. C’è poi il falso mito della lentezza imposta in una città 30 come è appena diventata Amsterdam. Già oggi, con auto incolonnate nelle ore di punta e non solo, la velocità media in città è bassa: stando ai dati a Milano non si arriva ai 10 km/h medi, a Roma agli 8,5 km/h, a Napoli ai 7,3 km/h.

La modalità non vuole essere banalmente punitiva nei confronti degli automobilisti. Tra gli aspetti emersi nel processo di transizione a città 30 di Amsterdam, c’è anche un punto che riguarda le fat bike, due ruote elettriche che non richiedono la pedalata e in alcuni casi superano i limiti di velocità delle ebike a 25 km/h. L’intenzione della politica locale è di dialogare con il governo centrale per adottare limiti più stringenti nei confronti di chi le guida. “Nella nostra città teniamo conto l’uno dell’altro – è il messaggio di Amsterdam -. Si fanno 30 chilometri all’ora per la propria sicurezza, e per quella degli studenti che vanno a scuola, dei ciclisti che vanno al lavoro”.