«Io non volevo fare soltanto una manifestazione. Con la Città dei Bambini volevo che Casalmaggiore cambiasse, dimostrando alla politica che la gente vuole stare in strada, vivere le vie; che i bambini vogliono andare in bicicletta. E che un bel progetto può vincere bandi per realizzare le infrastrutture bike friendly necessarie». Gian Carlo Simoni è stato l’ideatore di un’iniziativa che, dal 2016, ha portato una felice marea di bambini a pedalare nella Bassa Padana, in provincia di Cremona. In quattro edizioni oltre 3mila alunni hanno partecipato a pedalate ed eventi e tante scuole hanno animato le social street, strade chiuse al traffico per pochi giorni l’anno. Ma ora l’esperienza che BC aveva raccontato ormai quattro anni fa rischia di terminare.
«Forse a Casalmaggiore la Città dei Bambini continuerà con altri», ci ha spiegato Simoni, a poche settimane dal suo addio a una manifestazione che, da subito, aveva convinto politici come Paolo Gandolfi, presente all’inaugurazione della Tangenziale dei Bambini nella primavera del 2016. «Quella è stata la prima cosa che abbiamo fatto – ha aggiunto – sfruttando parte dell’argine lungo il Po per realizzare uno stradello in ghiaia che portasse gli alunni alla scuola Marconi, evitando strade trafficate e pericolose». Oggi ancora esiste quella piccola grande opera, usata da bimbi e genitori.
Premiata Città dei Bambini
Ma allora, abbiamo chiesto a Simoni, perché abbandonare un’esperienza simile? «Negli anni abbiamo ricevuto tanti premi: la Commissione Europea ci ha inserito tra le migliori pratiche per la Settimana Europea della Mobilità; poi il riconoscimento dell’ISPRA e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dei Trasporti. Insomma, tante cose che però non hanno convinto l’amministrazione e la politica locale di Casalmaggiore». Le zone 30 e le strade scolastiche non sono state fatte, così il cambiamento di abitudini non è avvenuto.
«Non si può più andare avanti a palliativi: servono misure coraggiose come le strade scolastiche per impedire alle auto di avvicinarsi agli istituti; serve estendere le zone 30 e rendere continui i percorsi ciclabili». Vi abbiamo raccontato come sono i quartieri senz’auto, aree urbane dove il bike to school funziona e lo spazio pubblico è a disposizione di pedoni e ciclisti. «Per allevare i ciclisti urbani bisogna abituarli fin da piccoli – ha concluso Simoni – Ecco perché la Città dei Bambini non voleva esser soltanto un evento, ma un’occasione per cambiare radicalmente una città».