Lo studio di urbanisti che l’ha ideato si professa come il primo ad aver sviluppato un progetto immobiliare “post-auto”. In realtà Culdesac, in Arizona, non sarà il primo dei quartieri car free al mondo. A Tempe, città statunitense vicino a Phoenix, un investimento complessivo di 140 milioni di dollari porterà presto all’inaugurazione di una zona della città dove le macchine non potranno entrare (da lì il richiamo al cul de sac). Ci saranno ristoranti, negozi, palestre e collegamenti con l’Arizona State University e il vicino aeroporto senza alcun bisogno di parcheggi o auto in circolazione. Ma nel mondo ci sono già i quartieri car-free, dove i cittadini si sono riappropriati dello spazio pubblico.
Friburgo: il quartiere Vauban
Là dove oggi sorge uno dei migliori esempi di abitabilità bike friendly e sostenibile, un tempo c’era uno stabilimento militare di proprietà del governo francese. A Friburgo, in Germania, il quartiere Vauban venne acquistato dal comune per riqualificare l’area a sud della città (42 ettari complessivi), casa oggi di oltre 5mila persone. Per dare un’idea di quanto siano poche le automobili basti la proporzione: 172 veicoli ogni 1000 abitanti. Oltre 400 famiglie sono socie dell’associazione “Vivere senz’auto” e quelle che possiedono un veicolo possono parcheggiarlo in uno dei due garage del quartiere. Ecco perché a Vauban lo spazio pubblico è libero dal traffico automobilistico. L’esempio di Friburgo è uno dei migliori anche grazie alla vitalità delle associazioni e all’impegno civico dei residenti.
Vienna: niente auto da contratto
A otto chilometri dal centro della capitale austriaca il Autofrei Siedlung (insediamento senz’auto) di Nordmanngasse è un quartiere collegato alla città grazie a un trasporto pubblico efficiente. Le 600 famiglie che abitano qui non hanno l’auto perché quando si sono trasferite si sono impegnate a lasciarsi alle spalle una quotidianità a motore per godersi un presente più sostenibile e meno trafficato. Da contratto i residenti si sono impegnati a non intasare le strade comprando un’automobile.
GWL Terrein: tutto grazie a un referendum
In una delle città campionesse della mobilità ciclistica poteva mancare un quartiere car free? Negli anni Novanta il comune di Amsterdam scelse di riqualificare un’area di 6 ettari dove un vecchio impianto di trattamento dell’acqua pesava su una zona in stato di abbandono e degrado. A spingere il comune era stato anche un referendum con cui i cittadini chiesero la rinascita del quartiere. Oggi qui abitano 1800 persone e ci sono soltanto 100 parcheggi per le automobili. Per spostarsi da una parte all’altra i residenti sfruttano sentieri, strade e ciclabili. Un paradiso per i ciclisti, ma anche per chi proprio non può fare a meno delle quattro ruote.
BedZED
Uno dei quartieri più eco-friendly si trova vicino a una delle principali metropoli europee. A Sud di Londra, BedZED nasce come progetto nel 1997 e diventa realtà nel 2002. Anche qui la solita idea: più spazio alle persone e alla socialità e meno alle automobili. In questo villaggio ecosostenibile gli spostamenti in auto sono il 64% in meno rispetto alla media (vale a dire che ogni anno si evitano oltre 2.300 km percorsi in macchina).
Oltre i quartieri car free: la città car free
In Galizia, regione a nordovest della Spagna, la città di Pontevedra – oltre 80mila residenti – ha iniziato a restringere lo spazio per le automobili da inizio millennio. Sono tante le zone dove non si può andare oltre i 30 km/h, ma quello che ha fatto la differenza è stata la politica di pedonalizzazione messa in atto dalle amministrazioni e che ha restituito 300mila metri quadrati agli utenti attivi della strada. I livelli di inquinamento sono crollati del 95% e la qualità della vita è salita, testimoniata anche dagli 8mila nuovi abitanti che il comune è riuscito ad attrarre.