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La strada è di tutti. Un incontro a Torino giovedì 7 marzo

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Appuntamento a Torino, giovedì 7 marzo, con la Fondazione Michele Scarponi che da anni, all’insegna dello slogan “la strada è di tutti” si impegna in una meritoria opera di educazione al corretto comportamento di tutti gli utenti sulla strada e di advocacy per la difesa in particolare dei soggetti più deboli. L’occasione è propiziata dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha inserito l’incontro nell’ambito del progetto ‘ComBiNa’ Missione Benessere. Alla promozione dell’iniziativa contribuiscono, oltre alla Città di Torino, anche Fiab Bici e Dintorni e l’associazione 160 cm.it fondata da Fabio Wolf. L’incontro, a ingresso gratuito, si terrà alle ore 18 presso il locale Velò Berlicabarbis in corso Casale 144.

Sarà proprio Marco Scarponi, fratello del ciclista professionista, vittima della strada, investito nell’aprile 2017 mentre si allenava nella sua Filottrano, a dedicare il suo intervento alla necessità di una più efficace sensibilizzazione in tema di sicurezza stradale. Con lui, si alterneranno al microfono in qualità di relatori Chiara Foglietta, assessora alla viabilità della Città di Torino, Giorgio e Paolo Viberti, noti nell’ambiente come “i gemelli del giornalismo sportivo”, lo stesso Fabio Wolf, che viaggia e sprona a viaggiare in bicicletta per contrastare la sclerosi multipla, e lo scrittore e giornalista Franco Bocca.

Come noto, l’Italia vanta un poco invidiabile primato per quanto riguarda le vittime della violenza stradale. Per limitarci unicamente a chi viaggia in bicicletta, sono stati 197 i decessi nell’ultimo anno. E il 2024 da poco iniziato non sembra in grado di invertire la triste tendenza. Con paragone efficace, da più parti si è detto: un po’ come se scomparisse ogni anno l’intera carovana di ciclisti partecipanti al Giro d’Italia. Oltre il 60% degli incidenti che riguardano ciclisti e pedoni avviene in ambito urbano. La velocità è da sempre individuata come la principale responsabile dell’incidentalità. Nonostante questo, l’instaurarsi di nuovi standard di velocità nelle cosiddette città 30 ha acceso un dibattito che nelle più avanzate metropoli europee è ormai superato.