Home storie persone Pedalando Faticando: Cremona-Roma in bici. «Così i minori stranieri imparano a scegliere»

Pedalando Faticando: Cremona-Roma in bici. «Così i minori stranieri imparano a scegliere»

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Da dieci anni la Fattoria della Carità di Cortetano, un paese di neanche cento abitanti alle porte di Cremona, ospita una piccola comunità di minori stranieri non accompagnati, che qui vivono in una struttura della Caritas. Da cinque anni molti di loro hanno scelto di partecipare a Pedalando Faticando, progetto educativo ideato da Mattia Ferrari incentrato su un viaggio in bicicletta che comincia da Cremona e, lungo la via Francigena, mira a Roma. «Le partenze sono in programma tra giugno e settembre – ha spiegato a BC – due educatori e cinque ragazzi di solito: ci impieghiamo 12 giorni e non stabiliamo mai le tappe. Una cosa è certa: a Siena, in Piazza del Campo, ci si ferma sempre».

Quest’anno Pedalando Faticando ha rinunciato per ovvie ragioni a intraprendere il viaggio fino a Roma, «ma abbiamo comunque voluto percorrere la Francigena in sicurezza, risalendo fino al Gran San Bernardo, dormendo in tenda», ha raccontato l’educatore. Ma come è nato questo progetto e quale impatto ha sulla vita di questi giovani? «Ho deciso di proporre questo viaggio perché lo avevo intrapreso due volte, da solo, in bicicletta. C’è un motore dietro a tutto: se noi scegliamo e stiamo nelle nostre scelte impariamo a sentire come sono quelle scelte per noi. Rispettarle ci rende più consapevoli e responsabili». La sicurezza in questi viaggi è garantita anche dall’assicurazione RC bici regalata da FIAB Biciclettando Cremona ai giovani viaggiatori che, insieme agli operatori, sono soci dell’associazioni locale.

Mentre l’Italia ha momentaneamente accantonato ogni polemica sull’immigrazione, le insicurezze dei minori stranieri non accompagnati restano. «Vivono nella condizione perenne di essere stati mandati dai genitori in Europa – ha argomentato Ferrari – e questo rischia di impoverirli. Per raggiungere l’età adulta devono poter capire quali scelte fare e come diventare responsabili». Nelle settimane di viaggio di Pedalando Faticando, gli educatori lavorano tutti i giorni con i ragazzi.

«C’è differenza tra fare esperienza e avere esperienza: ecco perché facciamo annotare tutto quello che provano durante la pedalata nel diario delle emozioni». E nulla è obbligatorio: chi non se la sente più di continuare può rinunciare. La bicicletta diventa così uno strumento di integrazione. Come altre esperienza estere, dove è addirittura lo Stato che paga lezioni di bici ai migranti – il caso Finlandia è stato raccontato da BC – anche Pedalando Faticando si muove sulle due ruote per occuparsi degli ultimi.