La pubblicità auto mira a rendere sopportabili gli effetti deleteri dei veicoli: è questa, secondo il gruppo di attivisti denominato Zap, la principale colpa dei manifesti e degli spot che promuovono uno o l’altro modello.
Zap (Zero pubblicità automobilistica) è un gruppo composto da ecologisti spagnoli che ha come principale obiettivo quello eliminare la pubblicità auto in Europa.
Pubblicità auto nemica della mobilità sostenibile
Secondo il collettivo ambientalista, l’advertising delle auto sarebbe deleterio per un reale cambio di paradigma verso una mobilità 100% sostenibile, la diffusione di mezzi di trasporto puliti ed ecologici ed un cambiamento delle nostre abitudini in materia di spostamenti. Prova di ciò, secondo la piattaforma, è l’opposizione che una parte della cittadinanza sta facendo in questi mesi ai tentativi di diverse città iberiche di fornire più spazio a pedoni e ciclisti per garantire la distanza di sicurezza e ridurre al minimo le condizioni derivate dall’inquinamento.
Cosi Zap integra i messaggi
Ma qual è il modus operandi di questo gruppo ecologista? Zap è solita modificare i cartelloni pubblicitari delle auto, integrandoli con scritte che ne cambiano completamente il senso. La prima azione che il gruppo ha intrapreso è stata quella di modificare i cartelloni di Barcellona e Madrid con messaggi come “Auto elettrica = Futuro Tossico“, “Non esistono auto ecologiche” oppure di sostituire la campagna “le irresistibili” di Volkswagen con “gli irrespirabili”.
La tecnica in questione si chiama subvertising, e nasce dal movimento situazionista détournment all’inizio del XX secolo. Scopo era alterare messaggi del potere politico ed economico attraverso la distorsione dei media e della pubblicità. La stessa modalità di lotta fu usata anche in altre occasioni, come nella campagna per boicottare le sigarette ed il tabacco.
Auto, nessuno guarda agli svantaggi
Per gli attivisti, l’unico modo di eliminare la riluttanza verso un modello più sostenibile di mobilità è porre fine alla pubblicità automobilistica. Solo allora, conclude il manifesto, potremmo renderci conto che le auto sono un mezzo di trasporto. E non un “accumulo di valori inutili” instillati dalla pubblicità per “risolvere le nostre aspirazioni irrisolte”.