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Riduzione nelle emissioni dei trasporti. L’Italia resta al palo

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Emissioni nei trasporti
Un recente studio mette l'Italia agli ultimi posti nella Ue per le politiche di riduzione di emissioni nocive da trasporti

Riduzione nelle emissioni dei trasporti, l’Italia resta al palo. Il nostro Paese non terrà fede agli impegni presi con il Piano Energia e Clima. Non sarà quindi in grado di arrivare a una significativa riduzione nelle emissioni dei  trasporti. A sostenerlo è National Energy and Climate Plans transport ranking, l’ultimo report di Transport&Environment, l’associazione di Ong che, a Bruxelles, promuove il trasporto sostenibile.  

Il report analizza  e confronta i Piani Clima Energia dei 28 Paesi membri Ue nel settore dei trasporti, e li confronta l’uno con l’altro. L’obiettivo è valutare se i progetti rispettino gli obiettivi di riduzione nelle emissioni dei trasporti al 2030 e di decarbonizzazione completa al 2050.

Nella classifica negativa delle emissioni siamo al 17°posto

La maggior parte degli Stati membri non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi. Una mancanza che potrebbe comportare un “grave costo economico agli Stati”. La metodologia assegna un punteggio massimo di 100 punti per ogni Stato membro: più una politica o una misura è compatibile con il clima, più punti si ottengono.

Tra i Paesi più virtuosi vi sono Olanda, Regno Unito e Spagna, gli unici Stati membri che ottengono un punteggio complessivo superiore ai 50 punti. I Paesi Bassi si impegnano per un parco circolante a zero emissioni entro il 2030, con una riduzione delle emissioni del 29% entro lo stesso anno. L’Italia arriverà solo al 21% . Il Regno Unito, con Oxford a fare da capofila, vieterà la vendita di veicoli benzina e diesel entro il 2040, (la Scozia entro il 2032). Lo stesso farà la Spagna, che punta ad una drastica riduzione delle emissioni (-43,5%) entro il 2030.

Il nostro Paese figura tra ultimi Stati membri, al diciassettesimo posto dopo la Slovacchia. Pesa la fiducia nel gas naturale, considerato un “gas di transizione” che a livello di emissioni non si discosta poi molto dalle fossili più tradizionali. Secondo la responsabile di T&E in Italia, Veronica Aneris. “Il gas è un combustibile fossile che va nella direzione opposta alla decarbonizzazione. Per centrare l’obiettivo di Parigi è necessario adottare misure che mettano il settore sulla giusta rotta per un trasporto a emissioni zero, come la mobilità elettrica, su cui si punta in maniera troppo timida».

Qualche dato positivo c’è

Tra i punti positivi del Piano per l’Italia c’è l’attenzione conferita per l’innovazione e la ricerca. Copre una gamma di settori nell’ambito dei trasporti, dai test dei sistemi di accumulo di energia nelle batterie dei veicoli elettrici, al monitoraggio della sicurezza, dai dispositivi per il veichle to home, alla sperimentazione di infrastrutture di ricarica elettrica ad alta potenza.

La Commissione rilascerà i suoi commenti sui Piani Nazionali entro la fine di giugno. Da allora gli Stati avranno tempo fino alla fine del 2019 per inviare i Piani finali. Molti Stati membri disattenderanno i loro target 2030 sul clima, e per le regole dell’Ue, compreranno miliardi di euro nella forma di crediti dagli stati  con le migliori performance di riduzione. Tuttavia, assicura T&E,se si combinassero misure migliori nei Piani Energia e Clima, l’Europa avrebbe un possibilità di decarbonizzare il settore dei trasporti entro il 2050.