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Bike sharing in Italia triplicato in cinque anni. Anche per il lockdown

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Per il bike sharing In Italia è un vero exploit: aumentano infatti le città che mettono a disposizione il servizio, gli iscritti totali e la flotta complessiva, triplicata in cinque anni e arrivata a circa 35mila bici a disposizione.

È quanto è emerso durante la web conference “I servizi di bikesharing in Italia: dati e assetti di governance”, nell’ambito della IV Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility e nei quali sono stati presentati i dati settoriali del 4° Rapporto Nazionale della Sharing Mobility, a cura dell’Osservatorio Nazionale promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

I dati provengono dall’analisii condotta su 31 città italiane capoluogo di provincia che offrono servizi di bike sharing.

Bike sharing in Italia, domanda ed offerta

Secondo i ricercatori, il bike sharing è il servizio di mobilità condivisa più diffuso in Italia ed insieme ai monopattini in sharing, ed è quello che ha avuto maggiore successo e crescita dopo il lockdown.

Infatti, come già hanno stabilito diverse analisi e rapporti, l’emergenza sanitaria ha accelerato in tutto il mondo lo sviluppo ulteriore di alcune forme di sharing economy come la micro mobilità, monopattini, bike e scooter sharing. Le biciclette, infatti, sono state considerate dai cittadini un mezzo sicuro per gli spostamenti e un antidoto al contagio in quanto aiutano a mantenere le distanze sociali ed evitare i contatti.

I servizi attivi nelle città selezionate sono 39 (+6 rispetto al 2018). Le bici elettriche in condivisione sono 5.413 (+15%) e di queste il 70% appartiene a servizi free-floating. Aumentano anche le iscrizioni (+60%), grazie soprattutto ai servizi in free-floating, che consentono una registrazione rapida ed efficace.

Sempre più free-floating

Il bike sharing free-floating  è caratterizzato da noleggi brevi, con circa il 50%
dei noleggi che non ha una durata superiore ai 5 minuti e addirittura il 73% è inferiore ai 500 metri. La modalità classica del station-based – noleggio una bici e la riporto alla stazione – registra spostamenti tra 1 e 2 km e il 60%  tra i 6 e i 20 minuti.

Nelle città in cui coesistono i due modelli, invece, si è avuto un sorpasso del free-floating sullo station-based: il primo, in soli due anni, è passato da una quota del 25% ad una del 55%.
Anche per quanto riguarda il tasso di rotazione delle biciclette (numero di noleggi giornalieri per veicolo) il trend è negativo per il sistema a postazione fissa.

Il rapporto anticipa anche l’arrivo di un nuovo sistema ibrido: Nextbike lancerà, infatti, ad ottobre nuovi modelli composti da un mix di biciclette elettriche e muscolari  che comprende stazioni fisiche e virtuali.

Le città più virtuose

Brescia è la città, secondo il rapporto, in cui si registra una maggiore precentuale di utilizzo per ciascuna bici nelle 24 ore giornaliere, con il servizio BiciMia: 2,3%, equivalente a circa 1h e 20 al giorno. Seguno CicloPi di Pisa e ToBike di Torino. Sempre nel capoluogo piemontese troviamo il servizio free-floating con il valore più elevato, Movi by Mobike.

Gli abbonamenti annuali ai servizi di bikesharing sono molto diversificati (minimo 15 € a Siena, massimo 300 € il servizio sperimentale di free-floating di Parma). Il costo di un viaggio di 20 minuti è in media di circa 1,2€ per quanto riguarda il free-floating mentre scende a 0,5€ per lo station-based.