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A Treviso la storia della bici raccontata dai grandi manifesti d’autore

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“Ruota a ruota. Storie di bici, manifesti e campioni”. È il tema di un’emozionante mostra aperta fino al 2 ottobre a Treviso in Santa Margherita, nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce. Una lunga, coloratissima carrellata di manifesti, patrimonio della collezione Salce che raccontano l’epopea della bicicletta così come l’hanno fissata molti tra i maggiori protagonisti della storia dell’illustrazione e dell’arte italiana del secolo passato: Dudovich, Mazza, Malerba, Ballerio, Villa, Alberto Martini, Codognato, Boccasile.

La mostra ideata da Chiara Matteazzi e curata da Elisabetta Pasqualin con la consulenza storica di Antonella Stelitano (storica e vincitrice del premio Bancarella sport 2021 con il suo libro sulle donne in bicicletta) si articola  su due sezioni: da una parte lo sport e l’agonismo, con i suoi protagonisti, le produzioni, i marchi e l’esposizione di pezzi storici della collezione Pinarello. Dall’altra gli aspetti sociali: le donne, il costume, i viaggi, il turismo.

Manifesti bici
Plinio Codognato, Bianchi, 1911-1920

Nella prima trovano spazio i manifesti bici della collezione Salce che testimoniano la nascita dell’industria italiana della bicicletta, attraverso i suoi marchi storici legati ai grandi campioni che hanno infiammato con le loro imprese la passione popolare per il ciclismo. Ci sono tra gli altri Cicli Maino, con Costante Girardengo, Torpedo con Alfredo Binda e Georges Ronsse, Olympia, Maino, Atala con Ganna, Pavesi e Galletti, poi Piave, Prinetti e Stucchi poi solo Stucchi, Bianchi con Gaetano Belloni, Menon di Roncade. “Una parte è dedicata alle gare ciclistiche locali e nazionali: dal Trofeo Rinascente (1949) ai Campionati del mondo (1939 e 1951), alla cartina del Giro d’Italia (1922) con le immagini dei più grandi ciclisti. Anche così gli italiani impararono la geografia della propria nazione!” commenta Elisabetta Pasqualin. Un capitolo a parte è riservato alla storia di Pinarello, uno dei marchi iconici del made in Italy ciclistico, dalle solide radici trevigiane, che in tutto il mondo significa artigianalità, design e tecnologia d’avanguardia. Oltre che successi di grandi campioni.

Manifesti bici
Marcello Dudovich, Convegno Turistico Ciclismo e Automobilismo, 1899.

Nella seconda sezione, ospitata a piano terra, si snoda il racconto di quello che la bicicletta ha portato alla società e alla socialità, fino al cicloturismo, abbracciando un arco temporale che va dalla fine dell’800 agli anni ’40 del Novecento. Sono rappresentate anche le prime industrie straniere, come Townend Cycles (1896), Rambler Bicycles (1900) oltre a quelle italiane, come Maino, Stucchi, Dei, e molte altre.

Orari di apertura: venerdì, sabato, domenica, dalle 10 alle 18.