«Io li odio i nazisti dell’Illinois». Viene in mente l’intramontabile battuta dei Blues Brothers a leggere la notizia che viene da Berlino, dove il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha esultato dopo che la propria mozione presentata al tribunale amministrativo, nella quale si chiedeva la rimozione di tutte le ciclabili d’emergenza realizzate finora, è stata approvata. Su BC vi abbiamo raccontato di quanto le capitale europee si siano mosse per cambiare la mobilità urbana, arricchendo la rete di piste con tratti cosiddetti pop-up. Come si legge su Der Spiegel, l’amministrazione di centro sinistra non ha al momento intenzione di cancellare le piste.
Il partito anti ciclabili (e anti ciclisti) è attivo anche in Italia e non conta soltanto la politica tra i propri militanti. Di recente il Codacons ha presentato un esposto contro il Comune di Milano per chiedere la rimozione delle nuove ciclabili che corrono lungo Corso Buenos Aires. Il tratto in questione accoglie ogni giorno 7mila passaggi in bicicletta e copre una delle direttrici cittadine più importanti.
Tornando però a quel che è accaduto a Berlino, il tribunale amministrativo ha motivato il proprio sì alla mozione presentata da AfD col fatto che l’amministrazione cittadina non avrebbe portato i dati sull’effettiva pericolosità di quelle strade, necessari per costruire 8 piste ciclabili. «Questa è una vittoria per la mobilità individuale contro l’odio per le auto – ha dichiarato Frank Scholtysek, rappresentante di AfD – Siamo lieti che il tribunale abbia messo al suo posto questa ideologia di sinistra».
Si fa dunque in salita la strada per la mobilità ciclistica a Berlino, dove quest’anno sono già 14 i ciclisti vittime di incidenti stradali. Durante il lockdown tante amministrazioni in tutto il mondo si sono mosse per dare un’alternativa ai propri cittadini, perché il ricorso al mezzo privato non fosse l’unica alternativa a un trasporto pubblico a ingressi contingentati.