Era già successo a Genova, dove lo scorso marzo BC vi aveva raccontato del divieto di accesso all’area portuale per le biciclette, con tanto di multe salate per i trasgressori. Negli ultimi giorni una situazione analoga vede penalizzata la mobilità ciclistica in riva al mare: nel porto di Ancona, infatti, l’autorità competente ha emesso un’ordinanza per vietare l’accesso ai ciclisti da ogni varco portuale come si legge sulla stampa locale. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire una maggiore sicurezza nel periodo estivo, durante il quale è atteso il solito afflusso di turisti in un’area dove transitano mezzi degli addetti ai lavori.
Sono diverse le attività commerciali presenti nell’area. Stando all’ordinanza attivata nel porto di Ancona, il divieto di accesso non riguarda soltanto biciclette, monopattini elettrici e skate, ma anche le automobili che, senza autorizzazione, non potranno accedere alla zona. A difendere questa misura si è esposta l’assessore al Porto di Ancona, Ida Simonella: «Andare in bici non è possibile anche per una questione di sicurezza: ci sono le rotaie – ha dichiarato – Non è una chiusura».
Questa posizione non è stata però accolta da una fetta della cittadinanza che chiede di poter vivere il porto di Ancona con mezzi di trasporto green, come appunto la bicicletta. Nel corso degli anni diverse amministrazioni ed enti pubblici hanno preso misure choc che hanno contribuito a disincentivare la mobilità ciclistica, mettendola sullo stesso piano dei trasporti a motore (come è accaduto nel porto di Ancona).
Di recente, ad esempio, ci siamo occupati del caso in Umbria, dove una estesa rete di strade è stata costellata di cartelli (successivamente oscurati) che imponevano il limite di velocità a 5 km/h ai ciclisti. Ordinanze come quelle di Ancona finiscono infine per disincentivare anche il cicloturismo nelle aree di vacanza. A Riccione, nel 2017, era finita nel mirino il centralissimo Viale Ceccarini, dove era possibile circolare con la bici soltanto se condotta a mano.