Home mobilità Robin Food, da Firenze la rivoluzione dei rider (con un crowdfunding)

Robin Food, da Firenze la rivoluzione dei rider (con un crowdfunding)

850
Robin Food

«Robin Food è una cooperativa e si rispecchia in valori ben precisi, come la democrazia sul posto di lavoro e il superamento del dualismo tra dipendente e titolare. Vogliamo portare regole in un settore, quello del food delivery, dove al momento la stragrande maggioranza delle aziende tiene i lavoratori in un regime di cottimo». Luca Manetti, uno dei sette soci che ha dato vita a questa nuova realtà a Firenze, ha spiegato a BC le ragioni alla base di questa iniziativa. «Sono anni che facciamo i rider – ci ha spiegato – è un lavoro che ci piace, ma col tempo abbiamo maturato la convinzione di trasformare in qualcosa di più stabile quello che in molti, per convenienza, definiscono lavoretto».

Obiettivo quattro e-bike

Robin FoodAl momento Robin Food non ha ancora un’app attraverso cui ordinare il cibo dai ristoranti convenzionati, ma ha da poco lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela. L’obiettivo minimo, 5mila euro, servirà a comprare 4 e-bike e a mettere le basi di questo nuovo soggetto del food delivery, che andrà a confrontarsi in un mercato dove le condizioni di lavoro sono spesso precarie per chi porta il cibo a casa. «Da fuori saremo come le grandi piattaforme, ma nel dettaglio andremo a garantire contratti che riconoscono diritti ai rider, senza sfruttare neppure i ristoratori. Le grandi aziende del settore, infatti, arrivano a chiedere fino al 40% di commissione su ciascun ordine».

L’obiettivo di Robin Food è quello di essere operativi il prima possibile e di garantire un posto di lavoro dignitoso a tutti coloro che faranno parte di questa cooperativa. Come vi abbiamo spiegato su BC, in Italia ci sono state novità nel campo del food delivery: Just Eat, ad esempio, ha annunciato l’intenzione di assumere tutti i suoi rider entro fine anno. Anche se, a riguardo, Luca resta scettico. «Credo che Just Eat lo faccia non per convinzione, ma per convenienza. In questo momento tutte le aziende che competono lottano l’una contro l’altra per diventare l’unica piattaforma sul mercato».