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Zone 30, anche le autoscuole italiane sostengono il limite di velocità

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Fino al 22 maggio si celebra la settimana mondiale della sicurezza stradale voluta dalle Nazioni Unite. Tra le tante iniziative che stanno prendendo piede per sensibilizzare l’opinione pubblica su trasporti più green e su misura degli utenti attivi della strada, come ciclisti e pedoni, segnaliamo la presa di posizione dell’Unione Italiana Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (Unasca) a favore del limite di velocità a 30 km/h: “Le strade a bassa velocità salvano vite e sono il cuore di ogni comunità.Limiti di velocità di 30 km/h in cui le persone e il traffico misto creano strade sane, verdi e vivibili, in altre parole strade per la vita”. «Da anni – ha dichiarato il presidente di Unasca, Antonio Datri – proponiamo una formazione consapevole che passi attraverso uno stile di guida responsabile, e non focalizzata al mero conseguimento della patente di guida».

Zone 30, la lezione della Spagna

Negli ultimi anni sono state diverse le città e i Paesi in Europa che hanno prima sperimentato e poi introdotto norme specifiche per realizzare zone 30 estese su buona parte del tessuto urbano. In Spagna uno dei casi più interessanti viene da Bilbao. Efficace a tal punto che, di recente, il governo di Madrid ha infatti deciso di applicare questo limite di velocità sulla stragrande maggioranza delle strade urbane dell’intero paese.

Il tema della transizione ecologica riguarda anche il modello di mobilità del futuro. Se si vogliono costruire città diverse, redistribuendo lo spazio pubblico a vantaggio delle persone, le zone 30 sono parte della ricetta vincente. Al netto dei passi avanti degli ultimi anni, in Italia ancora resistono pregiudizi nei confronti della mobilità ciclistica che generano situazioni paradossali. Come in Umbria, dove il Tar ha appena sospeso l’ordinanza choc con cui la Provincia di Perugia aveva introdotto il limite di velocità per le biciclette a 5 km/h su una rete di oltre 120 km di strade extraurbane.