Pioggia di multe per i ciclisti della città dotta. Nel mirino della Polizia Municipale di Bologna soste vietate, mancate precedenze e rossi bruciati, per un totale di 1074 violazioni del Codice della Strada nel 2016. Più del doppio rispetto al dato 2015, quando i ciclisti complessivi “pizzicati” sono stati 490.
Quasi la metà delle multe inflitte ai ciclisti di Bologna lo scorso anno – 416 – hanno colpito la sosta vietata sui marciapiedi, spesso in molti comuni necessità più che maleducazione visto l’assenza di rastrelliere per i pedalatori. Ma che a Bologna è costata 85 euro a testa. 126 poi i casi di multe per sosta in zona di pericolo o di intralcio, mentre sono stati soltanto 10 i verbali per bici legate sotto i portici.
I dati 2016 sulle multe ai ciclisti di Bologna sono stati resi noti da Palazzo d’Accursio a seguito di un’interrogazione del consigliere comunale della Lega Lucia Borgonzoni. Secondo la quale la città delle cento torri avrebbe negli anni «coccolato i ciclisti senza educarli».
D’altro avviso l’ex assessore alla Mobilità Andrea Colombo, oggi consigliere comunale di Bologna. Che premette:«quando si parcheggia la bici sulle strisce pedonali il ciclista multato non ha attenuanti». Ma in una città dove tra il 2011 e il 2016 gli spostamenti in bici sono aumenti del 42% rispetto al quinquennio precedente, l’urgenza sono anche le rastrelliere. «Quando ero in Giunta – precisa Colombo – le avevamo raddoppiate da 3300 a quasi 5800. In più, grazie a un progetto comunale, 580 condomìni avevano ricevuto 2mila posti bici con nuove rastrelliere».