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Da Brexit a “Bikexit”: il 34% dei britannici non pedala perché è pericoloso

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Eppure hanno un Primo Ministro che da sindaco si era fatto paladino della mobilità ciclistica. Vi avevamo raccontato di quando Boris Johnson, tra il 2008 e il 2016, si era speso per bike sharing e sostenibilità durante i due mandati da primo cittadino di Londra. Ma in Gran Bretagna le cose stanno cambiando: secondo un recente studio di Savanta il 34% dei britannici non pedala più perché “troppo pericoloso”.

I dati della ricerca fotografano un paese poco bike friendly. Il 44% dei cittadini non pedala mai e il valore si alza a 54% se si guarda soltanto alle donne. Tra i fattori che hanno costretto tanti britannici a mettere da parte la bicicletta, Savanta ne ha evidenziate cinque: oltre alla paura di essere investiti o rischiare incidenti con automobili (64%), mezzi pesanti (58%) e bus (50%), anche le cattive condizioni della strada (54%) e la scarsità di piste ciclabili (44%) hanno rubato quote alla mobilità ciclistica Oltremanica.

La disaffezione per la bicicletta dei britannici dovrebbe preoccupare la politica, a cominciare dal sindaco di Londra, Sadiq Kahn. Infatti i ciclisti e i pedoni della capitale spendono il 40% in più degli automobilisti secondo i numeri di Transport for London. Sempre a Londra, vi abbiamo raccontato di un altro problema che riguarda la diffusione della mobilità sostenibile tra i più piccoli: nella metropoli un bambino su quattro non sa pedalare.

Secondo lo studio di Savanta i più abituati alle due ruote sono i giovani fino ai 25 anni, che condividono con i più grandi (i baby boomer) la scelta della bicicletta per non inquinare e tutelare l’ambiente.

Quello che allontana dalla bicicletta in Gran Bretagna non è però tanto diverso dalle barriere che in Italia scoraggiano molti. Del resto siamo il Paese delle 64 auto ogni 100 abitanti e, nonostante i buoni propositi per l’anno nuovo, sono ancora tanti i “muri” che disincentivano la mobilità ciclistica.