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I rider di New York fanno squadra contro assalti e furti delle loro bici

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«Non siamo un numero dentro un’app. Siamo esseri umani». La quotidianità dei rider di New York, impressa in questo pensiero rilanciato dal New York Times, deve ancora guadagnare in stabilità e sicurezza. Nella ‘grande mela’ la legislazione ha fatto sì passi avanti introducendo novità che riconoscono ai rider una serie di diritti. Eppure il numero di furti di biciclette e altri crimini ai danni dei ciclofattorini continua a preoccupare buona parte degli 80mila lavoratori che ogni giorno e ogni notte consegnano cibo da un angolo all’altro della metropoli. Numerosi i casi di violenze e furti di due ruote, soprattutto elettriche.

Stando a un sondaggio del Worker’s Justice Project e della Cornell University, più della metà dei rider ha dichiarato di essere stata vittima di furti e il 30% addirittura di aggressioni. Questo è il quadro che ha spinto alcuni di loro a dare vita a Los Deliveristas Unidos, una sorta di sindacato che prende le difese e punta a proteggere i ciclofattorini. Oltre a loro sono poi i rider stessi a organizzarsi in gruppi WhatsApp e Facebook per darsi una mano a vicenda, prendendosi cura l’uno dell’altro anche con un semplice saluto nel traffico per mostrare che, in caso di difficoltà, nessuno è solo.

Rispetto alla nuova legislazione citata poco sopra, i rider di New York sono rimasti soddisfatti dei progressi sul salario minimo, ma non sembra essere stato affrontato il nodo sicurezza. Il sindacato, come si legge sul NYT, avrebbe voluto per i rider una tutela analoga a quella dei lavoratori della Metropolitan Transportation Authority: in caso di aggressioni a questi ultimi, infatti, i responsabili rischiano fino a sette anni di prigione.

Da anni il settore delivery ha rivoluzionato l’aspetto e il traffico delle città, anche in Italia. Un numero sempre crescente di lavoratori in bicicletta non ha però sempre trovato le adeguate garanzie da parte delle piattaforme. Per questo a Napoli, per esempio, è stata aperta la Casa del Rider per offrire tutela legale ai lavoratori; a Torino, nel 2019, è stata inaugurata una ciclofficina a loro riservata; stando a una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano, nel capoluogo lombardo la popolazione dei rider è ancora caratterizzata dal precariato.