Home mobilità Sì alla direttiva Ue sui rider: assunzioni d’obbligo se l’orario è imposto

Sì alla direttiva Ue sui rider: assunzioni d’obbligo se l’orario è imposto

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Da Bruxelles è stato fatto un passo avanti per l’inquadramento lavorativo dei rider che consegnano cibo (e non solo) per conto delle aziende del food delivery. Nelle scorse ore la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha approvato una direttiva che imporrebbe alle piattaforme di assumere i ciclofattorini nei casi in cui emerga che il rapporto di lavoro non è autonomo. Per entrare in vigore, il nuovo pacchetto normativo deve ricevere il sì anche dal Parlamento Europeo e dal Consiglio.

Su BC ci siamo occupati più volte del mondo dei rider. Da anni pedalano lungo le strade italiane, talvolta in condizioni di precarietà, senza un’adeguata formazione sulle norme del Codice della Strada e senza conoscere la nostra lingua. A Milano, la capitale della food delivery del nostro paese, un’indagine qualitativa condotta dall’Università degli Studi di Milano aveva fotografato una situazione non promettente. La direttiva approvata dalla Commissione Europea, nel caso dovesse ottenere il sì definitivo, imporrà l’assunzione dei rider nel caso in cui si verificassero almeno due condizioni espresse in una lista presentata nel documento: tra le circostanze che renderebbero, di fatto, il ciclofattorino un lavoratore subordinato ci sono l’impossibilità di scegliere in che giorni e orari lavorare il controllo sulla rapidità nelle consegne attraverso il software.

In questi casi le società di food delivery, che hanno visto crescere i propri ordini soprattutto dopo lo scoppio della pandemia, dovrebbero assumere i rider, garantendo loro ferie e malattia. Avrebbero comunque ancora la possibilità di dimostrare che quel tipo di lavoro è totalmente autonomo. L’ecosistema dei rider è composto in buona parte da immigrati e non è semplice trovare una rappresentanza di tipo sindacale che faccia sentire la loro voce. Questo non significa che in Italia e nel mondo non sia in corso un dibattito: a Firenze ricordiamo l’esempio di Robin Food; a New York, nel frattempo, è stata approvata una legge che riconosce il salario minimo ai rider.

Alcune piattaforme hanno già deciso di assumere e inquadrare i rider: Gorillas, una delle app più recenti del settore delivery, dichiara di assumere i propri ciclofattorini; Just Eat, a fine 2020, aveva annunciato che avrebbe chiuso il 2021 con 3mila rider assunti. Ma, a quanto pare, non tutti vorrebbero essere inquadrati come dipendenti. Su Change.org è stata lanciata una petizione per chiedere che questa professione sia considerata autonoma.